Quante possibilità apre uno snodo? Quanti limiti permette di superare1?
Lo snodo depone in direzione di un’apertura, di una moltiplicazione delle possibilità sia materiali sia virtuali.
Fino a ieri le antiche vie carovaniere, le rotte marittime mediterranee, le rotte di circumnavigazione continentale, quelle transoceaniche e, più recentemente, le tratte delle linee aeree, si sono sviluppate, nella storia dell’uomo, grazie agli snodi, indispensabili per garantire che le connessioni, gli spostamenti e i viaggi fossero realizzabili e sostenibili.
Ai nostri giorni (e per il futuro) in un mondo sempre più interconnesso tramite reti immateriali e fisiche, virtuali e infrastrutturali, locali e globali e (presto anche) interplanetarie, a noi tocca di essere consapevoli dell’importanza delle interconnessioni (di tutti i tipi) che assumono la funzione di veri e propri snodi per la nostra esistenza nel quotidiano e a lungo termine2.
Seguendo il filo di questo ragionamento, nel percorso esplorativo verso la comunità, una domanda è: quali snodi favoriscono lo sviluppo positivo della comunità?
Possiamo, infatti, pensare alla comunità come ad un sistema relazionale tra persone e gruppi di persone, che si colloca nella dinamica sociale a monte e a valle di quello svolgersi di fitte reti di interconnessioni e di snodi.
E oggi questo sistema deve tenere conto, tra l’altro, anche dell’influenza “farmacologica” – tossico/curativa – di una digitalizzazione sempre più pervasiva come rappresentata da Bernard Stiegler3.
Anche all’interno dello scenario dell’emergenza pandemica da COVID 19 la meccanica delle reti e degli snodi sta avendo, è avrà certamente nel seguito, un ruolo di particolare evidenza.

Gli snodi
Gli esempi di reti e di snodi esistenti e attivi intorno a noi sono davvero numerosi e anche molto differenti tra loro: dal mondo naturale a quello tecnologico, dai sistemi delle aggregazioni urbane fino alle biblioteche4, per citarne solo alcuni.
Rilevare e osservare con attenzione gli snodi che incontriamo nel nostro percorso, e interagire con essi al meglio può condizionare la direzione e la velocità del nostro procedere, e di quello della nostra comunità.


Avere una migliore consapevolezza degli snodi a disposizione, cui fare riferimento e da poter sfruttare, ci permetterebbe di progettare e realizzare più efficientemente la nostra esistenza, sia a livello individuale sia a livello collettivo5.


In questo contesto riteniamo che ciascuno di noi abbia la possibilità e, per certi versi, il compito, di rendersi conto di quelli che riconosce come snodi, come momenti, elementi o persone nodali, per meglio delineare l’itinerario di individuazione proprio e collettivo che lo riguarda e lo coinvolge6, e che coinvolge allo stesso tempo la sua comunità di riferimento. Riteniamo che un percorso reale e concreto all’interno di una dinamica di comunità si arricchisca e rafforzi grazie alla consapevolezza dei passi che vengono compiuti nella sua realizzazione. Qui, sinteticamente, proponiamo una minima selezione di snodi, a nostro parere significativa.
Gli alberi
Gli alberi. Sono snodi della rete fittissima di relazioni biologiche tra gli organismi del suolo, del sottosuolo e l’atmosfera soprastante. Tramite le radici realizzano intricatissime interconnessioni con gli altri alberi, con batteri, microrganismi e funghi per scambiarsi risorse e informazioni anche a grandi distanze7.
Tale è la consistenza – numerica e funzionale – degli alberi sulla faccia della Terra da poterli identificare, insieme alle piante tutte, come una vera e propria “nazione”8.
La presenza degli alberi, isolati o raggruppati in boschi o foreste, fa la differenza e connota e condiziona l’ambiente che viviamo. Dall’albero biblico della conoscenza del bene e del male9, ai “pini scagliosi ed irti” nel pineto di D’Annunzio10, al ficus “Falcone”: quanti sono gli alberi che caratterizzano i luoghi e i momenti nella nostra percezione e nella nostra memoria, nel nostro immaginarli e viverli?11
Guardando a Palermo, accenniamo solo ad alcuni, per flash: ai platani della via Libertà; ai boschi di Raffo rosso e Casaboli; al palmeto della villa Bonanno; agli agrumeti storici del parco della Favorita, tra i tanti altri.
Le città
Dalla notte dei tempi l’aggregazione in un unico luogo tra gli uomini ha dato gradualmente vita a quell’organismo che riunisce in sé una illimitata pluralità di prospettive individuali (di singoli e di gruppi) che è la città. La parola Civitas è alla radice del concetto di civiltà, come sapere che connota nel tempo il vivere in comunità, ed anche del concetto di cittadinanza, come meccanismo sistematico che tiene insieme la prospettiva bifronte diritti/doveri della persona nella comunità.


Nella città i singoli tessono le relazioni che danno vita alle reti, immateriali e materiali, di persone e di strumenti, e gli stessi individui costituiscono gli snodi che le connettono e le deviano verso le più diversedirettrici, ideali e operative (funzionali)12
.


Oggi, più che mai – nell’era della Terra denominata Antropocene per l’incidenza delle attività dell’uomo nelle dinamiche geologiche – una prospettiva attuale e futura di snodo per la comunità umana è la città aumentata, individuata da Maurizio Carta in “…uno spazio chiave per migliorare la vita delle persone, è una piattaforma abilitante per la creatività umana, l’innovazione e l’uguaglianza e per la sostenibilità ecologica, per uno sviluppo economico equo e per una qualità del territorio che rafforzi anche la sua sicurezza…”13.
Ancora secondo Carta “la città aumentata parte dalla città esistente per incrementarne le qualità e le capacità di rispondere alle esigenze degli abitanti, proponendosi come un dispositivo spaziale (essa è innanzitutto uno spazio che noi plasmiamo per viverci) in grado di agire contemporaneamente nelle dimensioni culturale, sociale, economica ed ecologica”14.
In questa prospettiva tuttavia resta la questione su quanto e come l’urbanizzazione del mondo possa svilupparsi, recuperando drasticamente allo stesso tempo l’equilibrio nel rapporto tra la risposta alle istanze dell’umanità e l’impatto con l’ambiente naturale.

Gli snodi tecnologici

  • I data center, i centri fisici di raccolta ed elaborazione dei dati, che ospitano le interconnessioni ad altissimo valore tecnologico e congiungono le reti per lo scambio di informazioni, aperte o criptate, “open” o private, fanno da snodi ad un sistema fortemente e costantemente innovativo, che “imita” la funzionalità del nostro sistema neuronale, e che oggi, ogni giorno che passa, permette attività e opportunità nuove, impensabili fino a ieri: le interconnessioni sottomarine e le smart grid, ad esempio, si annunciano come la nuova frontiera per un settore industriale, quello delle reti, in rapida crescita.
  • Le piattaforme web: social e per le news, e-commerce e per la conservazione e diffusione dei patrimoni di conoscenza. Forniscono un enorme spazio virtuale alle nuove piazze e ai nuovi luoghi di incontro tra persone, organizzazioni, aziende e istituzioni.
  • i Meme15. Nel 1981, i biologi Charles J. Lumsden ed Edward Osborne Wilson pubblicarono il libro “Genes, Mind, and Culture: The Coevolutionary Process”, in cui presentavano la teoria di una co-evoluzione di geni e cultura. Evidenziarono che le unità fondamentali della cultura devono corrispondere biologicamente a delle reti di neuroni che fungono da nodi della memoria semantica. Wilson successivamente adottò il termine “meme” come migliore nome possibile per definire tali unità fondamentali di eredità culturale e sviluppò il ruolo fondamentale dei memi nell’unificare le scienze naturali e le scienze sociali nel suo libro “Consilience: The Unity of Knowledge”16.

Attraverso questi snodi elettromeccanici, elettronici ed informatici – dei quali, spesso, anche la collocazione geografica contribuisce a modificare l’ambiente insieme alle funzioni urbanistiche dei luoghi che li ospitano – passano oggi (o, a volte, si bloccano) i collegamenti tra le persone e le loro interazioni, gli scambi di pensiero, di emozioni, di sentimenti17. Nell’individuarli come “snodi” utili e comodi, occorre dunque coltivare anche una chiara consapevolezza del loro essere strumenti sempre più pervasivi nel corso dell’esercizio e dello sviluppo delle relazioni tra le persone.


Nella rappresentazione fondata sul pensiero di Stigler, ad esempio, “la battaglia dell’intelligenza contrappone le industrie dei programmi, i “cavalieri dell’apocalisse”, (Google, Apple, Facebook e Amazon), alle istituzioni dei programmi (scuola, università, associazionismo)” 18.


Le persone
Nel corso dell’esistenza (come attraverso la lettura e nel vivere la città) incontriamo una fitta dinamica di connessioni reciproche, di interconnessioni19: tra la persona singola e i suoi contatti (le sue cerchie di persone), i suoi luoghi, gli eventi e le situazioni della sua esperienza di vita. Troviamo nel procedere nel mondo una fenomenologia di fatti, azioni ed anche di pensiero, di notizie/informazioni, di memorie; una rete fitta di narrazioni ed interpretazioni, che sono collegate e interagiscono tra loro.
In questo tessuto delle interconnessioni, in queste trame delle relazioni, nelle quali tutti siamo immersi e che contribuiamo a generare, possiamo individuare quelli che costituiscono riferimenti nodali per lo svolgersi delle trame stesse. Ciascuno di noi, singolarmente o come gruppo, nella propria specifica prospettiva, può riconoscere questi riferimenti come veri e propri “snodi”, dei punti di “svolta”, che indirizzano direzioni, versi e dinamica delle interconnessioni e delle relazioni, contribuendo a renderle proficue e attive o sterili e improduttive, forti o deboli, di stimolo o di arresto, illuminanti o oscure.

L’arrivo di papa Francesco, nella comunità cattolica, la risonanza dei “fridays for future”, tra i giovani, un’auspicata attenzione ai quartieri e alle borgate della città, a Palermo, la pandemia COVID 19, a livello globale, ciascuno degli uomini delle istituzioni uccisi dalla criminalità organizzata in Sicilia, solo per fare qualche esempio, possono essere letti come “snodi” di nuove connessioni e di nuovi percorsi.


Ci dice Baricco, parlando di personaggi come Dick Fosbury (quello del salto in alto) Maria Callas (il mito della musica lirica) e Louis-Ferdinand Céline (uno tra più importanti scrittori della letteratura europea del ‘900):
“Succede che a un certo punto qualcuno, contro ogni logica, fa sparire il mondo che lo aveva preceduto e cambia la Storia. Tutti noi facciamo invecchiare quelli che vengono prima, ma farli diventare preistoria accade a pochi”20.
Ecco degli esempi lampanti di snodi.

Conclusioni
A conclusione di questa breve e non compiuta esplorazione di una suggestione, ci pare di poter confermare il peso degli “snodi” nella trama assai articolata e dinamica che attraversa e costituisce la comunità e dentro la quale noi stessi siamo interconnessi.
Quella suggestione pare evidenziare come alberi, città, facilitazioni e supporti tecnologici, ma anche le persone, siano solo alcuni esempi degli innumerevoli elementi dinamici ed evolutivi (o involutivi) del percorso sociale dell’umanità sulla Terra.


In questo percorso va da sé, a ben vedere, che la funzione di “snodo” possa e debba essere impersonata da ciascuno di noi, nel proprio contesto, attraverso una piena realizzazione dei propri talenti, ad esempio.


1.Snodo [snò-do] s.m. a. 1899 : 1 mecc. Giunzione che collega in modo solidale due o più elementi, permettendo movimenti rotatori dell’uno rispetto all’altro; 2 Svincolo stradale o autostradale: s. per Verona; punto di diramazione di più linee ferroviarie: s. di Firenze; 3 fig. Momento decisivo, svolta: giungere a uno s. della propria vita snodarsi [sogg-v-prep.arg]: 1 Seguire un percorso sinuoso, procedere in una direzione con andamento serpeggiante: il fiume si snoda nella pianura; 2 Detto di un elemento rigido, essere in grado di muoversi in una certa direzione, per mezzo di snodi: questa lampada si snoda in tutte le direzioni. https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/S

2.Caldo, Costantino. Geografia umana. Italia, Palumbo, 1979 (prima edizione).

3.Stiegler, Bernard. Il chiaroscuro della rete, P. Vignola (a cura di), Kainos edizioni, Italia, 2014.

4. Borges, J.L. La biblioteca di Babele in “Finzioni” Adelphi ebook, A. Melis (a cura di), Milano, 2003.

5. Nella sua «storia sociale dell’innovazione», Steven Johnson (2011) fa riferimento ai progressi scientifici e tecnologici nella storia per evidenziare quali tipi di ambienti alimentino l’innovazione e la creatività.

6. Stiegler, Bernard. Il chiaroscuro della rete, cit.

7. Stefano Mancuso La nazione degli alberi Giu. Laterza & figli, Bari-Roma 2019

8. ivi pag. 9

9. Gen 2,9 La Sacra Bibbia (Testo a cura della Conferenza Episcopale Italiana – Edizione 2008)

10. D’Annunzio, Gabriele La pioggia nel pineto in Alcyone, Mondadori, 2001

11. Collettivo Terra Alberi in rete (rubrica)del 24 settembre in “Dentro e fuori” https://dentroefuori.it/rubrica/alberi-in-rete/ “Alcuni tipi di funghi, sviluppano nel sottosuolo una rete di 100 km di collegamenti (nello spazio che un uomo compie in un solo passo). Sono le piante di maggiori dimensioni – per questo detti alberi hub o alberi madre – a fungere da snodi che mantengono un numero molto elevato di connessioni tra individui di specie diverse. L’ultima ricerca di un gruppo di lavoro composto da scienziati svizzeri e statunitensi ha portato per la prima volta alla mappatura di questo intricato network ed evidenziato che le peculiarità di funghi e microrganismi in simbiosi con le radici degli alberi determinano la capacità di quegli alberi stessi di accedere ai nutrienti limitati presenti nell’atmosfera o nel suolo, di sequestrare anidride carbonica e di resistere agli effetti dell’emergenza climatica. L’esistenza di un network vivente di connessioni tra gli alberi nelle foreste è stata riscontrata per la prima volta una decina di anni fa a un gruppo di scienziati guidati dall’ecologa canadese Suzanne Simard, che hanno messo in evidenza la grande somiglianza tra questo wood wide web – come è stato ribattezzato – e la rete internet, dando un’idea della sua complessità. Le ricerche a livello mondiale si sono intensificate e hanno portato nel 2015 alla mappatura della distribuzione degli alberi sul pianeta (circa tre trilioni) e anche alla mappatura dei collegamenti di questa rete sotterranea di connessioni tra gli alberi. Altro aspetto interessante messo in evidenza dalle ricercatrici dell’Università di Pisa e del Cnr (Manuela Giovannetti, Alessandra Pepe e Cristina Sbrana) è la scoperta che la vita di questa rete sotterranea è slegata dalla vita della pianta di riferimento: anche dopo mesi dall’abbattimento di un albero la rete continua a vivere e può stabilire nuove connessioni. Le scienziate italiane hanno contribuito così a portare alla luce alcune importanti funzionalità della rete fungina nel sottosuolo, conoscenze utili per il mantenimento della fertilità biologica del suolo.”

12. “La città, infatti, è un organismo spaziale pluridentitario, prodotto da comunità umane, e non umane, differenti nel tempo e nelle culture, che sviluppano, attraverso un potente e permanente bricolage, una mirabile soluzione di intenzionalità, spontaneità, causalità, creatività e progettualità.” Carta, Maurizio Citta aumentate: Dieci gesti-barriera per il futuro , pag. 14, Trento, 2021

13. ivi, pag. 20

14. ibidem, pag. 19

15. https://en.wikipedia.org/wiki/Meme

16. https://en.wikipedia.org/wiki/Consilience_%28book%29

17. … L’interconnessione è l’implementazione di punti di scambio di traffico IT che integrano connessioni dirette e private tra le controparti. L’interconnessione avviene meglio quando è ospitata all’interno di campus di data center carrier-neutral, in cui i componenti IT distribuiti sono colocati. In un’epoca in cui grandi moli di informazioni corrono in tutto il mondo con un semplice click del dito e in cui massicce transazioni si verificano sistematicamente diverse volte più velocemente di un battito di ciglia, l’interconnessione alimenta il business digitale.
https://blog.equinix.com/blog/2017/10/31/che-cosa-e-linterconnessione-cosa-le-aziende-devono-sapere-sullinterconnessione-per-eccellere-nel-business-digitale/

18. Stiegler, Bernard. Il chiaroscuro della rete, cit.

19. interconnessione s. f. [comp. di inter- e connessione]. – Genericam., connessione tra due o più fatti, avvenimenti, fenomeni. Nella tecnica, connessione tra due o più sistemi, che rende possibile l’interazione. Anche, lo scambio di energia tra questi; in partic., in elettronica e nelle telecomunicazioni, il collegamento tra varie reti di produzione e di distribuzione dell’energia elettrica o tra linee e reti di telecomunicazione (telefoniche, televisive, ecc.). https://www.treccani.it/vocabolario/interconnessione

20. Baricco, Alessandro Palladium Lectures, Feltrinelli. Settembre, 2013.

L’autore Giulio Pirrotta

Giulio Pirrotta (Palermo,1965). Operatore culturale e musicale. Diplomato in flauto traverso presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Palermo e in Organizzazione e gestione di strutture musicali presso il Centro di Ricerca e Sperimentazione per la Didattica Musicale di Fiesole (FI). È stato: consigliere d’amministrazione e vice presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana; vice presidente del Consiglio regionale di Italia Nostra: presidente della sezione di Palermo della Società Italiana per l’Educazione Musicale. È presidente di Ars Nova Associazione Siciliana per la Musica da Camera. È fondatore e presidente di Ballarò significa Palermo. Tra i fondatori de La Via dei Librai, della quale è componente del Comitato scientifico. Con Francesco Lombardo ha ideato Polis.

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